domenica 1 gennaio 2012

Nuovo inizio

Apro questo blog all’alba di un nuovo anno, sperando che sia in qualche modo un buon modo per iniziarlo.
Con tutta probabilità vi starete chiedendo che diamine di nome è questo che ho scelto... Lasciate che vi illumini.
Il Ryūgū-jō è un luogo appartenente alla mitologia Shintō (la religione autoctona ‘pura’ della civiltà giapponese, precedente all’introduzione del Buddhismo o di qualsiasi altra religione/dottrina esterna). Si tratta di un palazzo che sorge in fondo all’oceano, dove in ognuno dei suoi quattro lati vi è una stagione differente, e dove un giorno al suo interno corrisponde a un secolo nel mondo al di fuori di esso.
Il padrone di questo palazzo è Ryūjin, il dio drago del mare, capace di prendere sembianze umane.
Chi mi conosce, e conosce i miei gusti, non farà fatica a capire come mai lo abbia scelto. :D

Avrei potuto importare il mio vecchio blog da Splinder, ma aveva concluso il suo ciclo ormai e vi erano troppi ricordi che preferisco conservare chiusi dentro di me. Ho preferito ricominciare da zero, anche per fare un blog diverso da quello che facevo prima.
Ho definitivamente capito una cosa: utilizzare un blog come ‘diario personale’ pubblico è semplicemente vano e sbagliato. E questo per poche semplici ragioni.
1) Non importa quanto si è onesti, su una piattaforma così pubblica non ci si aprirà mai in tutto e per tutto, come se scrivessimo un diario privato dove si scrive solo per sé stessi. Ci sarà sempre qualcosa che nasconderemo o che diremo in modo diverso da come lo pensiamo veramente. Ed è così che deve essere. Ognuno di noi ha una maschera e romperla del tutto parlando nella dimensione sociale come se parlassimo con noi stessi o con uno psicologo è fondamentalmente sbagliato. Non si tratta di ipocrisia, quanto di conoscere i limiti e le regole dei contesti in cui viviamo.
E in ogni caso…
2) Bisognerebbe confidare i propri lati intimi solo con le persone che ne sono veramente degne, non permettere che chiunque passi legga tutto quello che ci accade e che pensiamo. Raccontare tutto quello che ci capita in modo plateale, che sia bello o brutto, gioendone apertamente o auto-compiangendosene, è solo un sintomo di bisogno di attenzione, nulla più. E non è qualcosa che si può risolvere con uno scambio di messaggi su internet.
3) Quello che abbiamo dentro non è qualcosa da condividere con tutti. Noi soli siamo le persone adatte a interpretare quello che sentiamo nella maniera corretta. Per dirla con le parole di Oscar Wilde:
“Non vi è alcuna ragione per cui un uomo debba mostrare la sua vita al mondo. Il mondo non capisce.”
Possiamo al limite aprirci con i nostri amici più intimi, con il partner, i pochissimi che ci conoscono, ci comprendono e ci rispettano sinceramente. Ma a parte questi pochi eletti ha ragione Wilde, tutti gli altri non potrebbero mai capire veramente.
4) Per via del precedente motivo, scrivere tutto quello che pensiamo pubblicamente può portare a malintesi e persino litigi. Soprattutto quelle persone che non sono disposte a leggere per capirci veramente (magari perché troppo concentrati su sé stesse), leggeranno solo quello che vogliono loro, applicheranno la malsana e presuntuosa abitudine del giudicare e trarranno le proprie distorte conclusioni su di noi. I risultati non sono mai piacevoli.

Per questo motivo in questo spazio scriverò altro. Al massimo prenderò come spunto qualche avvenimento che mi riguarda per parlare di cose più generali. Parlerò dei miei interessi, commenterò notizie varie che attireranno la mia attenzione, magari ogni tanto mi lascerò andare a qualche sfogo, perché no? Ma mai più farò il ‘diario di bordo’ della mia vita o scriverò pensieri strettamente personali. Certe cose preferisco condividerle con coloro che ritengo degni, coloro a cui interessa davvero.
Quindi chi ritiene di essere mio amico se è davvero interessato a sapere come me la passo non cerchi qui, i miei contatti sono sempre gli stessi e io sarò sempre ben felice di fare una chiacchierata.


P.S.
Avviso subito che non tollererò commenti provocatori o polemici nei miei confronti o verso persone a me relative. Quindi se sentite l’impulso di scrivere qualcosa di velenoso o cinico evitate direttamente, perché eliminerò tali commenti come si toglie la polvere da un tavolo.
E questo vale per tutti, sia per certi frustrati compulsivi con cui ho avuto a che fare in passato (i tipici “leoni da tastiera”, come li chiamo io, capaci di affrontare una questione facendo la voce grossa e sputando superficiali sentenze solo dietro la sicurezza dei loro monitor) che per gli amici più cari. Se vi ritenete miei amici comportatevi da tali: se avete qualcosa di così importante da dirmi, anche di negativo, sono prontissimo ad ascoltarvi. Ma dal vivo o comunque a voce, non in questo spazio che voglio conservare sereno. Quindi non prendetevela se cancellerò qualcosa che non mi piace, ma piuttosto chiedetevi se era il caso di scriverlo qui invece che dirmelo in faccia.

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